5 giorno > In viaggio verso LA, sosta a Los Banos e la Walk of Fame

Oggi inizia il nostro viaggio on the road, rimettiamo in valigia le poche cose che avevamo tirato fuori, facciamo il check-out e prenotiamo Uber in direzione aeroporto. Dopo circa una mezz’oretta di macchina ed una ventina di dollari arriviamo davanti alla Sixt, compagnia di autonoleggio con la quale abbiamo prenotato il nostro veicolo, ma siamo in anticipo di circa un’ora. Proprio lì affianco c’è un McDonald’s nel quale facciamo colazione con dei cookies al cioccolato ed un panino. Non giudicateci 🙂 Lasciamo passare un po’ di tempo e ci dirigiamo nuovamente verso l’autonoleggio dove troviamo un po’ di coda, che per fortuna risulta essere abbastanza scorrevole. Sbrigate tutte le faccende burocratiche del caso, ci danno finalmente la nostra macchina, una Hyundai Elantra grigia a benzina, cinque porte, comoda e spaziosa. Carichiamo le valigie ed appena saliti in macchina, frenando di colpo un paio di volte a causa della nostra poca, anzi nulla, esperienza con il cambio automatico, riusciamo ad uscire con un certo imbarazzo dall’autonoleggio, dileguandoci sperando che i presenti dimenticassero con facilità le nostre facce! Come potrete immaginare, gli aeroporti sorgono in zone abbastanza esterne rispetto alla città e per nostra fortuna, abbiamo potuto fare qualche prova di guida nei dintorni senza creare problemi a nessuno. Sorprendentemente nel giro di pochi minuti capiamo il funzionamento, onestamente abbastanza banale, del cambio automatico ed entriamo in autostrada in direzione di Los Angeles. Il limite di velocità oscilla tra le 60 e 70 m/h e proviamo a seguirlo senza troppe storie. Il primo viaggio in macchina sta procedendo secondo i piani, non abbiamo grossi problemi con il cambio al quale pian piano ci stiamo abituando sempre di più. Guidiamo tranquillamente per circa due ore e poi decidiamo di fare una sosta per sgranchirci un po’ le gambe e mangiare qualcosa. La prima uscita disponibile da qui è Los Banos, una località che appena scesi dalla macchina ci accorgiamo essere molto calda, ci sono 41° e lo sbalzo dalla fredda San Francisco si fa sentire, sopratutto perché siamo partiti in felpa e jeans lunghi. Qui parcheggiamo in un ampio piazzale ed entriamo in un Walmart spinti da un’irrefrenabile voglia di aria condizionata; rimaniamo stupiti dalla grandezza del supermercato, ma sopratutto dai prodotti che lo stesso offre. Enormi scatole di quella che dovrebbe essere mozzarella, non siamo ancora certi di cosa realmente fosse, barattoli di ragù di un colore indefinito e salse al formaggio di vario genere.

Tutto questo non ci spaventa e chiaramente non ci impedisce di comprare un super pacco di patatine ed una salsa al formaggio nella quale intingerle, come potete notare, qui il cibo spazzatura è all’ordine del giorno, fatto sta che noi ci mettiamo senza dubbio del nostro. Un’altra volta, non giudicateci. Passiamo dal McDonals, uno dei tanti che negli USA spuntano come funghi, a prendere qualche altra schifezza e proviamo per la prima volta la Dottor Pepper. E’ una bibita molto dolce che ha un sapore che ricorda l’amaretto e la mandorla. Torniamo in macchina e ci accingiamo nuovamente alla partenza. Il viaggio non è stato troppo pesante, nonostante la quantità di chilometri macinati, più volte ci siamo fermati per fare qualche foto ed ammirare il paesaggio sconfinato e quasi deserto che costeggia l’autostrada fino all’arrivo nella città degli angeli. A parte l’emozione nel vedere finalmente i vari cartelli di Los Angeles, Hollywood e Santa Monica, ci stupisce la discesa che porta alla città che offre al visitatore la visione dall’alto sulle mille luci della grande metropoli. Arriviamo in hotel ed è ormai sera, facciamo il check-in e saliamo giusto a rinfrescarci per scendere nuovamente e fare un giro. Non avevamo un’idea precisa riguardo al posto che avremmo voluto raggiungere, ma all’esterno dell’hotel incontriamo due ragazzi di Brescia che ci raccontano di essere appena tornati dal famoso Hollywood Boulevard dove starebbero girando un film e pare che tra i presenti ci siano Brad Pitt e Leonardo di Caprio, il tutto condito dal regista del film, un certo Quentin Tarantino, tanto per farvi capire. Salutiamo e ringraziamo di corsa, chiamiamo Uber e ci fiondiamo sul posto. Effettivamente tutto il viale era bloccato da transenne e centinaia di persone si affacciavano con il comune intento di vedere qualcosa o qualcuno. Lo stradone era totalmente off limits, ma c’erano delle macchine anni ’50 color carta da zucchero in fila che facevano parte del set. Abbiamo visto una sagoma che  ci piace pensare fosse quella di Brad Pitt, il quale da quella sera è assurto a nemico numero 1 con la colpa di non essersi mostrato chiaramente ai nostri occhi. Con una certa delusione, mascherata da spocchia, ci ripetiamo che è solo una persona, non vale la pena morire di caldo tra tutte quelle persone e facciamo la nostra prima passeggiata a Los Angeles tra i nomi delle celebrità. Qui tra le prime stelle vediamo quella di Arnold Schwarzenegger, di Adam West e di Harrison Ford, per proseguire con i celebri Jimy Hendrix ed Angela Lansbury e notiamo con sorpresa che di recente sono state aggiunte quelle di due star a noi molto care, Kaley Cuoco e Jim Parsons, star della serie TV “The Big Bang Theory” che, chiaramente controvoglia, ci hanno rapiti e chiusi in casa per mesi di proverbiale morte sociale. Soddisfatti, torniamo in hotel ed andiamo a dormire.

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