Buongiorno lettori, dopo l’emozione del Whale Watching, torniamo un’altra volta on the road con un bel sole che splende in cielo, siamo diretti verso il Faraglione di Hvitserkur. La tappa finale è il paesino di Hvammstangi, famoso per i leoni marini. Come vi racconteremo nei prossimi articoli, Hvammstangi è abbastanza inutile come tappa. Col senno di poi, avremmo fatto meglio passarci senza pernottare. In ogni caso, il viaggio su strada è stato bello e rigenerante anche questa volta perché avevamo una tappa intermedia di una bellezza davvero mozzafiato.
L’idea era quella di raggiungere subito Hvitserkur, uno stupendo faraglione oceanico di cui poi vi racconteremo la storia. Ma abbiamo avuto una piccola distrazione a causa dei bellissimi cavalli che abbiamo trovato sul ciglio della strada. Di cavalli, in Islanda, se ne trovano tantissimi. Ma sono quasi sempre all’interno del loro recinto circondato da alte barriere. Questa volta invece li abbiamo trovati vicinissimi. Siamo quindi scesi a fare un po’ di amicizia!

Dopo questa piccola deviazione siamo pronti a rimetterci in marcia verso il faraglione. La formazione rocciosa si trova alla fine di una strada sterrata non troppo facile da percorrere, ma che non dovrebbe crearvi grossi problemi anche con una macchina normale. Basterà semplicemente moderare la velocità. Al vostro arrivo troverete un parcheggio dove posteggiare comodamente. In pochi minuti sarete davanti ad Hvitserkur, una vera meraviglia della natura che racconta una storia davvero affascinante. La leggenda, infatti, narra che questa zona dell’Islanda fosse abitata dai troll, figure mitologiche tipiche della tradizione islandese.
Pare che i troll non amassero particolarmente le campane in quanto al loro suono, sarebbero stati pietrificati. Uno di questi esseri, però, decise di sfidare la sorte con l’obiettivo di distruggere la chiesa di Þingeyrar a pochi chilometri di distanza. Calcolando male il percorso, purtroppo, il troll non riuscì ad arrivare in tempo e fu sopraffatto dal suono delle campane che lo pietrificarono. Hvitserkur sarebbe quindi un troll pietrificato. Nonostante la triste storia, dovremmo essere grati a questa coraggiosa creatura che, grazie alla sua impresa non riuscita, ci ha regalato un luogo dall’atmosfera davvero magica.

A parte queste interessanti e misteriose storie tradizionali, vi raccontiamo la nostra discesa verso il faraglione, perché di discesa si tratta! Diciamo che il panorama che si vede dall’alto è davvero molto suggestivo e potrebbe anche bastarvi, ma possiamo assicurarvi che scendere fino al mare sarà un’esperienza ancora più indimenticabile e particolare. Il percorso, però, non è per nulla semplice. Anzi, vi consigliamo di mettervi con il sedere a terra e scendere quasi scivolando. La sera tornerete in hotel con i pantaloni conciati molto male, ma ne sarà valsa senza dubbio la pena.
Non correte, non fate movimenti bruschi e prestate molta attenzione a dove mettete i piedi. Solo così riuscirete a non scivolare e ad arrivare integri davanti a Hvitserkur. Una volta arrivati giù, siamo certi che ci penserete, e ci ringrazierete. Se, come noi, avete la fortuna di trovare la bassa marea, potrete attraversare un pezzettino di mare ed arrivare a toccare la formazione. Solo da così vicino vedrete le tante alghe colorate, le conchiglie e le varie angolazioni da cui ammirare questo posto.

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