Studlagil Canyon, Hverir ed arrivo a Myvatn

Studlagil Canyon, Hverir ed arrivo a Myvatn
Studlagil Canyon

Buongiorno lettori, il nostro viaggio on the road continua verso Studlagil Canyon, Hverir e Myvatn. Nonostante l’imprevisto di ieri pomeriggio, siamo pronti ad una nuova giornata all’insegna della natura. Oggi cambieremo nuovamente hotel e la destinazione finale sarà Myvatn. Di buon mattino facciamo colazione in una tavola calda in stile America anni ’50. Poi cominciamo a guidare in direzione Studlagil Canyon. Inizialmente questa spaccatura nella roccia non faceva parte dei nostri piani, ma dopo aver visto delle meravigliose foto durante le nostre ricerche pre-partenza, abbiamo deciso che non ci saremmo potuti perdere questa deviazione. La strada che porta a Studlagil non è propriamente in buone condizione.

Si tratta di una strada sterrata a strapiombo, quindi vi consigliamo di limitare la velocità e non esagerare con l’acceleratore.

Ci troviamo nella Jokuldalur Valley, una meravigliosa vallata che nasconde preziosità di ogni genere. A partire proprio da Studlagil. Una volta conclusa la strada dissestata e giunti al parcheggio dell’attrazione, il canyon sarà ormai vicino. Nonostante ciò, la discesa verso il punto panoramico non è particolarmente sicura. Anche qui dovrete prestare un po’ di attenzione a dove mettete i piedi. Finalmente, dopo qualche passo lungo una ripida discesa, vedrete Studlagil. Una delle più monumentali formazioni di rocce basaltiche di tutta l’Islanda. Questo posto rimase sconosciuto per lungo tempo. Questo avvenne a causa del livello del fiume Jokla, ancora troppo alto perché le formazioni fossero visibili.

Quando, però, il livello si abbassò, Studlagil apparve in tutta la sua bellezza, stregando milioni di visitatori all’anno.

E’ inoltre importante parlare del turchese intenso di queste acque, estremamente brillante ed affascinante, soprattutto nei giorni più limpidi. Purtroppo, nonostante sia assolutamente vietato, molti turisti si armano di drone e provano a riprendere il canyon dall’alto. Vi diamo quest’informazione più che altro per questioni di sicurezza. Il canyon è molto profondo ed i droni, con i loro rumori molesti, rischiano di spaventare gli altri turisti che potrebbero accidentalmente perdere l’equilibrio. Tenetevi sempre stretti ai sostegni e prestate attenzione per tutta la durata della visita. Nonostante questa piccola postilla, il canyon è magnifico. Noi siamo stati molto fortunati ed abbiamo avuto l’opportunità di vederlo con un sole meraviglioso che ha contribuito a rendere la nostra visita, se possibile, ancora più bella ed emozionante. E’ possibile, con un trekking di media lunghezza, giungere sull’altra sponda del fiume e fotografare Studlagil da varie angolazioni.

Studlagil Canyon, Hverir ed arrivo a Myvatn
Studlagil Canyon

Il tempo, però, non è mai abbastanza, quindi dopo circa un’oretta, ci rimettiamo in marcia verso Myvant, certi di arrivare in hotel in poco meno di un’ora.

L’Islanda, però, è una continua scoperta ed ecco che lungo la strada cominciamo ad intravedere qualche fumo proveniente da un luogo che non avremmo pensato di visitare. Si tratta di Hverir. Un’area geotermale di cui non avevamo mai sentito parlare. Qui il paesaggio è lunare e nel giro di pochi metri vi troverete nel bel mezzo di soffioni, pozze di fango e fumarole. Anche qui l’odore di zolfo è forte e pervasivo. Nonostante ciò, sarete davvero stupiti dai colori di questa zona.

Fate molta attenzione alle pozze. All’interno l’acqua è bollente e pericolosa. Seguite il percorso indicato e non prendete l’iniziativa. Ammirate i depositi sulfurei ed il fumo che ne fuoriesce in quantità ingenti e spettacolari. Vi sentirete davvero su un altro pianeta. La nostra giornata si conclude con l’arrivo a Myvatn e con il bel ricordo di Hverir e Studlagil Canyon.

Hverir